Internet of Things abbreviato con l’acronimoIoT è tradotto letteralmente con “Internet delle Cose”, ma in realtà sarebbe meglio definirla come Internet degli oggetti. Cose che sono intorno a noi: computer, smartphone, tablet, ma anche oggetti di uso comune televisione, lampada, orologio, occhiali, ecc.
L’IoT unisce il mondo digitale e gli oggetti della nostra vita quotidiana. Si parla di casa intelligente, di auto intelligenti, di smart city e via a seguire in ambito sanitario, agricolo, industriale. Tutti gli ambiti che permettono la connessione tra oggetti che diventano “intelligenti”, “smart”. Diventa fondamentale scambiare le informazioni “possedute” da ogni oggetto, ma soprattutto raccoglierle ed elaborarle.
L’espressione “IoT” fu usata per la prima volta da Peter T. Lewis nel Settembre 1985 in una conferenza a Washington DC. Poi è stata ripresa dall’ingegnere inglese Kevin Ahston, cofondatore dell’Auto-ID Center di Massachussetts nel 1999 parlando di dispositivi RFId (Radio Frequency Identification).
Oggi si usa per intendere tutti quegli oggetti connessi in rete tra loro.
Qualche esempio?
Le automobili: connesse tramite GPS/GPRS dotate di computer di bordo collegati a sensori per garantire sicurezza, assistenza alla guida, per il monitoraggio sul traffico e ricalcolo del percorso ottimale in caso di interruzioni stradali…il futuro? Le auto che guidano da sole.
Oppure la casa intelligente dotata di smart TV, elettrodomestici intelligenti con la lavatrice che “sente” il peso dei panni caricati e dosa il giusto quantitativo di detersivo o i rilevatori di fumo e sistemi di allarme, la domotica cablata a soluzioni wireless che accendono le luci o abbassano le persiane.
E nelle città? Esistono i lampioni intelligenti che regolano la luminosità sulla base delle condizioni di visibilità oppure i semafori che si sincronizzano per creare un’onda verde per il passaggio di un mezzo di soccorso.
Insomma, gli esempi sono intorno a noi e sono sempre di più in tutti i settori e in tutti gli ambiti.
La tendenza è rendere le informazioni facilmente reperibili, raccoglierle, gestirle e visualizzare dati immediatamente utili per le cose più disparate. Ovviamente tutto quello che riguarda lo sviluppo tecnologico, la miniaturizzazione di sensori, ecc. va in questa direzione.
Se solo si pensa allo sviluppo degli smartwatch che oltre a dirti l’ora monitorano i tuoi battiti cardiaci, come e quanto dormi, se ti è arrivata una mail o se qualcuno ti sta chiamando. Non ci crederete, ma esistono anche i pannolini intelligenti per i bimbi, dotati di QR-code per l’identificazione e con un’apposita app consente di monitorarne a distanza lo stato e capire quando è il momento di cambiarlo.
Tutto questo è Internet of Things.