Il 3 Luglio 2021 è una data importante per l’Unione Europea e per i suoi cittadini. Entrerà in vigore la Direttiva Europea SUP (“Single Use Plastic”) che vieta l’utilizzo di determinati prodotti in plastica monouso per i quali esistono alternative in commercio: piatti, cotton fioc, cannucce, bicchieri e imballaggi in materie plastiche (bottigliette, tappi per bevande….ecc).
La disposizione, approvata nel 2019, rientra nell’ambito delle misure volte a favorire un’economia circolare e mira a ridurre la mole di rifiuti plastici, specialmente nelle acque, di almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.
Al momento, si calcola che circa l’80% dei rifiuti rinvenuti sulle coste degli Stati Membri sono composti da materiale plastico quindi l’introduzione di una normativa di questo tipo porterà sicuramente, nel tempo, ad una drastica riduzione di questo materiale e di tutta una serie di prodotti di plastica monouso, ad eccezione di quelli per i quali non sono disponibili delle valide alternative.
Le nuove strategie sono tutte volte alla produzione di una tipologia di plastica che sia riutilizzabile, sostenibile e non tossica. A tutti i nuovi prodotti è richiesto siano biodegradabili.
Resta ancora da affrontare e, diviene sempre più urgente, come smaltire i rifiuti plastici che già esistono e per far questo ci sono molti studi in corso, ma ancora occorrerà tempo.
La direttiva incentiva gli Stati membri non solo a recepire obbligatoriamente la legislazione decisa da Bruxelles, ma a migliorare i sistemi di raccolta differenziata. Ogni Stato sarà chiamato a promulgare leggi sempre più stringenti su coloro che inquinano. Il nuovo mood dettato dall’Europa sarà “chi inquina paga”, questo anche al fine di sensibilizzare e responsabilizzare i consumatori, i produttori e tutti i cittadini in generale.
Nel 2021, con la nuova legislazione è entrata in vigore la cosiddetta “Plastic-Tax” che inciderà sul costo di questa tipologia di beni di consumo ovvero si vuole tassare la plastica monouso e certi tipi di imballaggio, misura volta a prevenirne un uso massivo così come è stato fino ad oggi e a favorire la riconversione delle attività verso la produzione di prodotti ecocompatibili.
Questo potrebbe comportare quindi un aumento dei costi su alcuni prodotti per i consumatori italiani, ma la salvaguardia dell’ambiente avrà comunque nel tempo una ricaduta positiva su tutti.