Che cos’è il Self Empowerment?

Troviamo questa parola sempre di più su Internet, sulle pubblicazioni e a volte anche sui manifesti per strada, ma cosa vuol dire?

La parola inglese “Empowerment” si può tradurre in italiano con “conferire poteri”, “potenziare”, “mettere in grado di”. Questa azione sottintende non solo il raggiungimento di un obiettivo, ma include anche il processo che viene compiuto per raggiungere un certo risultato.

L’acquisizione di “potere” da parte delle persone, sottolinea la capacità di controllare in modo attivo la propria vita….processo tutt’altro che facile!!

Si parla quindi di Self Empowerment quando si intende l’empowerment individuale, cioè la capacità di una persona di individuare i propri obiettivi e di reperire le risorse per raggiungerli nel contesto in cui vive.

Per arrivare a questo, nel tempo, sono stati creati dei percorsi da intraprendere e delle tecniche, oramai sperimentate, che possono aiutare a mettere a fuoco le proprie emozioni ed individuare i propri obiettivi al fine di permetterci di aumentare il controllo sulla propria vita.

Per far questo dobbiamo lavorare:

  • sull’intelligenza emotiva e sulla consapevolezza di sé
  • sui propri obiettivi e su come trovare le giuste motivazioni per perseguirli
  • su come comunicare con gli altri in maniera efficace
  • su come gestire il proprio tempo ottimizzandolo (“Time Management”)
  • su come sviluppare la creatività che ognuno di noi ha, magari nascosta

Ognuno di questi punti potrebbe essere un libro e, in effetti, potete trovarne molti in letteratura che permettono di approfondire ed entrare nel dettaglio, noi faremo una breve panoramica.

Il primo punto su cui lavorare è proprio mettere a fuoco e far leva sulle emozioni. Quando si parla di “intelligenza emotiva” si intende la capacità di riconoscere e gestire le emozioni, proprie e degli altri. Daniel Goleman, uno psicologo statunitense, considerato uno dei più importanti autori su questo tema, ritiene che l’intelligenza emotiva influenzi in misura notevole la vita delle persone.

É importante, quindi, porre attenzione contemporaneamente sulla comprensione delle emozioni e dei sentimenti degli altri (“empatia”) e sulla consapevolezza delle proprie emozioni e dei propri sentimenti (il cosiddetto “dominio di sé”).

Mettere poi in relazione noi stessi e gli altri e favorirne la comunicazione risulta essere un ottimo punto di partenza. Comunicazione che, ovviamente, non è solo quella verbale, ma è anche quella del corpo, delle espressioni e delle frasi dette con una certa tonalità di voce che fanno capire anche ciò che non viene detto.

Trovare poi un obiettivo da perseguire e capirne a fondo le motivazioni che ci muovono è il secondo punto che ci porta ad agire. Per far questo occorre pianificare bene il nostro tempo, dare una scala di priorità ai vari passaggi che risultano essere necessari per raggiungere l’obiettivo, associando il giusto tempo e cercando di ottimizzare tutti i momenti “morti” rendendoli attivi e produttivi. In questo modo nelle 24 ore riusciremo a inserire tante cose prima impensabili, ma per far questo è necessaria una presa di coscienza di cosa dobbiamo fare e una conseguente “pianificazione”.

Ultimo punto “sviluppare la creatività nascosta”. Potremmo definire la creatività come la capacità di risolvere problemi, di rispondere ad un bisogno condiviso. Spesso la vera creatività non sta nella soluzione del problema, ma nella sua percezione che è, in realtà, un passo prima del problem solving.

Spesso il pensare in maniera creativa viene fermato dalle convenzioni, dalla società, ma il più delle volte è lo stesso soggetto pensante che si auto-crea delle barriere. Questi meccanismi mentali inibiscono automaticamente la creatività. Liberarsi da queste barriere permette di pensare a percorsi e trovare soluzioni, anche in maniera inconsapevole, ma che raggiungono l’obiettivo prefissato.

Tutti questi punti costituiscono un percorso da intraprendere al fine di aumentare il controllo sulla propria vita e favorire il processo di self empowerment di una persona.