Oggi lo diamo per scontato: andiamo in un altro Stato dell’UE e paghiamo come se telefonassimo a qualcuno che sta nella stanza accanto, ma l’abolizione dei costi di roaming risale al 2017.
All’epoca si parlava di “Roam like at home” ovvero “chiama come a casa”: un cittadino italiano che si recava, per lavoro o in vacanza, in un qualsiasi Stato membro e pagava la stessa tariffa nazionale del Paese in cui risiedeva. Idem per tutti i cittadini europei che si spostavano in uno Stato dell’UE.
Stesso piano tariffario, stesso accesso a internet, stessa velocità di connessione e stessi costi.
Il regolamento doveva restare in vigore per cinque anni e quindi, il prossimo 30 giugno 2022, sarebbe scaduto, ma il Parlamento europeo ha approvato la proposta di rinnovo con 581 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni.
Questo vuol dire che per altri 10 anni usufruiremo di questa possibilità e saranno vietate, da parte dei fornitori, le diminuzioni di qualità del servizio (connessione più lenta, accessi non consentiti, ecc).
Inoltre, i viaggiatori avranno accesso gratuito alle chiamate di emergenza, compresa la trasmissione di informazioni sulla posizione del chiamante. Il numero di emergenza europeo è 112.
Ricordiamo però che se rimaniamo in un Paese per più di 4 mesi, l’operatore telefonico locale su cui i appoggiamo potrebbe imporre un sovrapprezzo come compensazione per l’eccesso di roaming. Quindi, se ci trasferiamo in un nuovo Paese dell’UE per più di 4 mesi, conviene comprare una SIM di un operatore locale, così da evitare costi aggiuntivi.
A questo link potete trovare tutti i dettagli del rinnovo del roaming approvato dal Parlamento e a questo link tante informazioni lato consumatori sul roaming e sulla politica europea di utilizzo corretto.